Il terrorismo e il “gruppo psicotico” : un’analisi originale della psicopatologia dei jihadisti di Domenico Fargnoli . Il termine gruppo psicotico rimanda a specifiche dinamiche di rapporto e alterazioni della vita psichica. La psicosi dei terroristi emerge per un processo di radicalizzazione, per cui la vita mentale del soggetto nel momento in cui si separa dalla famiglia originaria, subisce una brusca mutazione ( che ho già descritto in un precedente articolo) e per una adesione collettiva ad un delirio mistico-religioso condiviso. A ciò fa seguito un agire, motivato dal delirio, che apparentemente è criminale ma può essere considerato schizofrenico per il suo carattere totalmente antiumano. Questi tre elementi, radicalizzazione in determinati ambiti socio-culturali, condivisione del delirio, agire pseudocriminale sono indispensabili per caratterizzare il gruppo psicotico.
Quest’ultima espressione rimane generica se non vengono individuati i tre momenti sopra descritti. Si è sempre detto che “il gruppo è psicotico” per cui non ha mai avuto senso parlare di una sua patologia. Noi diciamo invece che il gruppo non è psicotico “naturalmente” ma diventa psicotico attraverso una serie successiva di passaggi. La tendenza ad agire si lega alla mancata elaborazione di eventi traumatici non solo nel presente ma anche nel passato. Tutto inizia con una profonda crisi di identità che può corrispondere alla Whanstimmung, ad uno stato d’animo di totale estraneità rispetto al mondo in cui si vive: è la prima fase della percezione delirante. Poi si arriva ad una visione religiosa , l’integralismo islamico che sembra del tutto nuova e che suggerisce una soluzione della crisi cioè,spesso,l’annullamento di se stesso nell’atto terroristico. Il gruppo aiuta a pianificare quest’ultima fase.