Forum di Senza Ragione

Psichiatria e poesia. Ricerca del dialogo

Nyx            

Inviato il: 10 Jul 2004, 07:19 PM

Il verso “pensando alla vita schiaccio uno scarafaggio”, era, nella manifestazione cui ho assistito giovedì sera circondato da tutta una serie di “opere”, definite artistiche che, mi hanno lasciato, diciamo pure, perplessa….mi domando se c’è un nesso fra questo tipo di arte figurativa e quel verso. Il fare artistico non è un gesto estemporaneo, una parentesi scollegata dal resto della nostra vita in cui possiamo fare qualsiasi cosa e definirla “artistica”…e allora una domanda:cosa nasce prima nella mente dell’artista l’immagine ho il pensiero?

In quella stessa serata è intervenuto anche uno psichiatra con due poesie e con un breve ma incisivo discorso. Osservando le sue opere in particolare la scultura L’equilibrista ho pensato che forse quello che fa la differenza fra lui e gli “artisti” sta proprio in quelle linee nere

che formano sia l’immagine che la parola… non so continuare, mi viene in mente solo un’altra domanda: come si lega tutto questo alla dinamica della nascita e al sogno?

 

 

Alogon            

Inviato il: 11 Jul 2004, 12:03 AM

Fra ieri ed oggi è stata terminata una nuova scultura “Pensando alla vita” che è appunto una risposta alla serata a cui accennava Nix . Un rifiuto della poetica dell’anaffettività.

Ancora non so perchè quelle forme e quelle linee disposte in quella particolare maniera.

So però che per vita deve intendersi l’ immagine della nascita, il “sogno” che l’artista materializza quasi senza sforzo nello spazio tridimensionale degli assi cartesiani.

Forse ciò che fa la differenza è il pensiero che è immagine linea parola per una trasformazione ed un’alternanza continua di questi elementi.

copyright domenico fargnoli

 

Alogon            

Inviato il: 11 Jul 2004, 11:50 AM

Pensare alla vita

 

Un verso non può lasciarti stremato

con la testa vuota,

abbagliato da una luce,

triste su di un palcoscenico,

fra busti di donne private d’ogni umanità.

 

Non sono poeta se il solo canto è quello della morte

quando mi sento condannato alla lapidazione

per lo sguardo di uno sciancato..

 

Penso alla vita e mi ribello alla violenza sottile

delle frasi senza senso,

della cattiveria di far passare per poesia quanto è solo stupidità.

Penso al risveglio in un abbraccio d’amore

e già sono lontano

mentre una scultura nuova prende forma

ed io ritrovo il piacere del creare insieme

come una sola mente

con la speranza di una bellezza che mi fa sognare.

 

Messaggio modificato da Alogon il 11 Jul 2004, 04:30 PM

copyright domenico fargnoli

 

 

Nyx            

Inviato il: 11 Jul 2004, 12:20 PM

Grazie Alogon. Con questa poesia mi dai il senso della reazione, di come è possibile restare affettivi, svegliarsi in un abrraccio d’amore, creare qualcosa di nuovo per aver resistito, per non aver subito la violenza di chi, al contrario scrive e crea solo per terrorizzare.

 

 

aissa            

Inviato il: 12 Jul 2004, 02:30 PM

Adesso trovare qualcosa da aggiungere diventa difficilissimo.. Dopo questa poesia che mi ha commosso, sinceramente… Dopo aver assistito giovedì sera a que3sto rituale di sedicenti artisti che spacciano la propria violenza interbna come un linguaggio poetico e, per di più, universalmente approvato e riconosciuto come tale… io che posso fare? Come Nyx ringrazio per questi versi che ridanno all’essere umano l’umanità, alla poesia l’affettività ed all’immagine un pensierpo sano.. Ragire è d’obbligo difronte alla violenza di chi tenta con le èparole di annullare proprio quell’immagine che è, ormai è certo, il fondamento di ogni sìespressione artistica. quell’immagoine della nascita che diventa fantasia, che si trasforma si cincretizza si svezza e si separa per poi ricominciare… Davvero non ne dovremmo mai avere abbastanza di ripeterlo che senza dimensione di nascita e di sanità l’arte non può esistere. E mi riallaccio al mio intervento di qualche giorno fa, quando sostenevo che spesso la poesia che ritenevo espressione di sensi bilità era solo vuoto dietro parole prive di ogni sgnificato. Questo nesso perchè mi riferivo proprio a quei poeti della beat generation citati anche giovedì scorsa nella… kermesse (?!) di Colle val d’Elsa, che evidentemente il tempo ha rivelato essere il fallimkento stesso della poesia. La poesia non può essere uno sfogo fine a se stesso, la pagina bianca non è una latrina dove riversare la propria violenza nella spoeranza cieca di alleggerirsi, scaraventandola addosso a chi legge o ascolta versi.. Ceerto è vero che come scrive Alogon un verso senza senso non basta per stremare la forza della ricerca che mira, al di là d ogni espressione artistica, ad essere un essere umano con quella che è la sua caratteristica migliore: l’umanità. Questo per dire che io non mi rassegno alla poestica della anaffettività, perchè scrivo poesie e leggo poesie e ne traggo piacere quando somigliano e parlano dell’essere umano. non mi rassegno, per questo mi curo e, potrei giurarlo, mi trasformo!

عائشةAisha

 

 

Elleffe            

Inviato il: 12 Jul 2004, 04:08 PM

i giorni che hanno preceduto l’incontro di giovedì sera sono stati per il sottoscritto difficili e pieni di aggressività, che ho diretto contro persone vicine ed incolpevoli.

ed anche la sera mi ha messo a dura prova.

ad un iniziale momento di incosciente ilarità, suscitatami dall’evidente mancanza di pensiero, di consapevolezza, di volontà di confonto aperto e di trasfromazione, che emergeva da alcune delle opere (o manufatti?) esposte, anche e soprattutto se paragonate alle opere che possiamo vedere in questo forum, ha fatto seguito presto una sensazione di disagio, che si è trasformata in rabbia quando, mentre sul palco uno psichiatra pacatamente e correttamente parlava, alcune persone accanto a me hanno iniziato a commentare a voce alta con frasi offensive e volgari, per essere udite, per disturbare, violentemente.

 

è triste pratica attuale, mi pare, che l’arte portata dall’intellighenzia rifiuti il confronto, il contatto e lo scambio di idee con il prossimo.

l’artista moderno, pieno della sua onnipotente creatività, non può certo abbassarsi al confronto, al dialogo, per non insozzare la purezza della sulla mente, l’incanto della sua genialità…

o forse perchè è in malafede, e corre il rischio di essere sapientemente smascherato da un bambino che gridi a tutta forza “il re è nudo!!!”?

l’artista allora, conscio della sua mancanza di reale poetica, fantasia, vitalità, si cita, è totalmente autoreferenziale, e sdegnosamente allontana la platea.

 

giovedi sera, subito dopo uno stabat mater poetico (sic), nel quale ancora non si sapeva distinguere tra poetica e religione, affrontando temi importantissimi con la stessa indole di chi tali problemi ha contribuito a creare, cercando soluzioni religiose a conflitti originati dalla religione, dopo avere precedentemente udito una poesia nella quale si istigava al suicidio, consci del fatto che nascentes morimur, dopo tutto questo, appunto, si è assistito all’affronto imperdonabile: una persona, che invece che sbandierare la sua dimensione artistica, si è presentata invece come medico, ha osato contraddire, ha osato parlare fuori dal coro, ha osato pensare (colpa gravissima!!!) a ciò che realmente stava andando in scena in quella piazza di colle.

il medico ha sviluppato resistenza, ma il giovane che ode versi malati, che lo spingono all’indifferenza, alla violenza, alla masturbazione autoreferente, si ammala, e non capisce perchè.

chi fa questo uso sporco dell’arte deve assumersi nei confronti della società la responsabilità che la strumentalizzazione della malattia mentale comporta.

 

sono stato felice quando il medico ha terminato di parlare, dichiarando apertamente la sua estraneità a quanto si era visto prima, perchè eclissandosi educatamente e senza fanfare, ha permesso anche a me di uscire, abbandonando quell’ambiete saturo di violenza ed incomprensione alle persone che nella violenza si crogiolano, sempre pronte a sostenersi acriticamente e senza aperture al dialogo corretto.

 

ed alla fine mi chiedo: è possibile dialogare in buona fede con chi non vuole confrontarsi? è auspicabile che l’arte malata esca dal proprio isolamento?

 

 

Alogon            

Inviato il: 13 Jul 2004, 11:44 AM

Quelle di Elleeffe sono domande legittime.

A mio avviso nella situazione specifica citata ci sono dei margini sia pur minimi di dialettica. Diversamente come ho già fatto in altre occasioni ben più importanti non avrei accettato di partecipare. E’ difficile in ogni modo prevedere gli sviluppi di uno scontro come quello che si è verificato il 6 luglio.

Personalemnte mi sono reso conto fino in fondo di quanto può essere violento “un artista”. L’ho verificato sulla mia pelle e non è la stessa cosa che leggere dei cataloghi o dei versi.

L’”arte” però non è un territorio che può essere lasciato a se stesso , in balia di persone che gestiscono un potere, talora ingenti fondi pubblici, si vantano di possedere una creatività che come dici tu stesso è più che discutibile.

In qualche modo questo aspetto della cultura dominante che rendendo l’estetica onnipervasiva in realtà l’ha annullata, va a ffrontato e possibilmente trasformato.

Certo non è una passeggiata quella che ci attende….

 

Messaggio modificato da Alogon il 13 Jul 2004, 09:31 PM

copyright domenico fargnoli

 

 

acca            

Inviato il: 13 Jul 2004, 09:10 PM

Non so nulla degli episodi a cui fate riferimento però sento che è molto bello ciò che state facendo.

Leggendovi mi è venuto in mente ancora, ma con una precisione, direi, maggiore, l’ assurdità dell’ ideale comune alle Avanguardie: quello dell’ arte per l’ arte, dell’ esperienza artistica totalizzante, dell’ arte aristocratica che si compiace di avere da dire delle cose solo ad altri artisti della stessa cerchia, con i loro codici segreti da cui tutti gli altri sono esclusi, oppure, o allo stesso tempo, con la pretesa di fare un’ arte di massa stabilendo astrattamente criteri di estetica “a priori” (oggi mi è capitato in mano un libro di estetica contemporanea agghiacciante fin dal titolo: “Il sex-appeal dell’inorganico”).

L’ arte nuova, che si fa strada dalla teoria e dalla prassi psichiatrica che promuovete, è un arte in cui finalmente non si ha la paura di sporcarsi le mani e il vestito nel rapporto con gli altri.

Arte in cui non si rimane sdegnosamente e falsamente isolati nella perfezione dell’ artista che si autodefinisce tale, ma in cui si cerca il confronto per costringere l’ altro ad essere più umano.

Anzi proprio per questo mi sembra di capire solo adesso fino a che punto è vero che non esiste arte autentica senza confronto.

 

Non mi viene in mente nient’ altro che dirvi grazie sinceramente per tutto quello che state facendo.

 

 

Nyx            

Inviato il: 13 Jul 2004, 09:30 PM

Gli stimoli sono tanti. E forse oggi anch’io come qualche gorno fa Alogon “sono già lontana” dalla serata di giovedì e forse immersa, sprofondata in un’altra ricerca che non so bene come inserire in quella che stiamo svolgendo. La parola che gira nella mia mente senza trovare pace è donna, immagine femminile. Mi piace pensare alla corrispondenza tra la morbidezza del corpo e il pensiero , l’identità delle donne, come si possa realizzare una fusione….Penso, o forse so soltanto che la poesia debba avere, pure nei tratti lineari di una scrittura maschile l’immagine femminile per

non essere violenta, per permettere di fare a chi la ascolta immagini vitali….oggi ho scoperto che la poetica dell’anaffettività è tale per l’annullamento del rapporto uomo donna. Di più non so dire…. se qualcuno volesse scolpire una “donna nuova”?

 

 

Alogon            

Inviato il: 13 Jul 2004, 09:35 PM

L’idea di una “donna nuova” è di Massimo Fagioli

copyright domenico fargnoli

 

 

Nyx (omonimia)            

Inviato il: 14 Jul 2004, 07:30 PM

Grazie Alogon per la risposta è stata importante.

 

 

Alogon            

Inviato il: 15 Jul 2004, 09:17 AM

siamo in vena di complimenti: tutti mi ringraziano…..

chi conosce il passaggio di “Istinto di morte e conoscenza” sulla gratitudine?

 

A parte questo v isto che l’argomento è la poesia ne ho ritrovata una che ho scritto

quest’inverno. Coincidenza singolare

 

…Aura..

 

Segno di un colore diverso,

superficie morbida al tatto,

tela infinita di immagini,

io ti sento vibrante

come in una corsa

mentre ti abbraccio

e ti tengo ferma come ambra incastonata su di una nudità avvolgente…

…e’ allora che l’alba diviene più chiara

e non sento più alcun richiamo se non la tua voce

intensa come la vita:

mi sussurra una melodia che non mi stanco mai di ascoltare,

in quelle minime variazioni dalle quali traspaiono paesaggi e

cieli trasparenti come dopo una lunga pioggia.

Vedo ali di pensieri che si gettano in picchiata per ghermire il battito di un’idea,

ancora prima che compaia del tutto,

prima che si possa nascondere per sempre nella penombra delle speranze mai nate.

Non sapevo della tua esistenza segreta,

aura di poesia

che tu mi consegni perché la possa decifrare,

tavoletta d’oro sulla quale è inciso un codice d’amore.

 

Messaggio modificato da Alogon il 15 Jul 2004, 09:51 AM

copyright domenico fargnoli

 

 

acca            

Inviato il: 15 Jul 2004, 11:13 AM

personalmente ho letto tre volte “istinto” …..

ma mi sentivo ancora molto lontano dall’ aver capito molte cose.

Poi nella prefazione all’ aula magna del 15 maggio, Massimo Fagioli ha spiegato senza tanti giri di parole che capire non significa comprendere e allora lì davvero ho provato una vertigine rispetto alla profondità dei temi della ricerca psichiatrica.

Vertigine che comunque mi è stata di aiuto in seguito. Anzi, ho avuto la sensazione precisa che quelle sue parole segnassero un nuovo inizio per me.

Questo preambolo serve a chiedere ad Alogon: me lo potresti ricordare tu che cosa dice della gratitudine ? :unsure:

 

 

Alogon            

Inviato il: 15 Jul 2004, 02:51 PM

Non so se ho “capito “ o “compreso”, che dir si voglia, bene: mi sembra però che il “nostro” affermasse che la gratitudine è legata in qualche modo alla depressione o ad un atteggiamento ambivalente. Se non vado errato ho l’impressione anche che in “Istinto” ci fosse la distinzione fra gratitudine e riconoscenza.

Mi riservo di controllare…

Ecco ho controllato: c’è un paragrafo in Istinto che si si intitola “ Gratitudine e riconoscenza. La dipendenza depressiva dall’oggetto idealizzato e la libertà”.

Il mio comunque è solo un riferimento spontaneo ad un tema. Nulla di più che uno spunto od un suggerimento per un approfondimento od una riflessione personale derivato da uno stimolo estemporaneo. Se vogliamo la mia è una provocazione benevola dato che i ringraziamenti talvolta, non so perchè, mi mettono in imbarazzo. Forse perchè

“La gratitudine non può essere separata dal rendere grazie, cioè ingraziarsi una persona temuta, perchè ad essa si è tolto o rubato qualcosa. Meglio conoscenza (riconoscenza) che vuol dire accettazione dell’altro, amore e d interesse per l’altro, identità psichica e distinzione” (Massimo Fagioli).

 

Messaggio modificato da Alogon il 15 Jul 2004, 03:12 PM

copyright domenico fargnoli

 

 

acca            

Inviato il: 15 Jul 2004, 03:21 PM

Può essere.

Ma non mi viene in mente.

Una delle tante cose che ho cancellato ……e che ad ogni rilettura sono quelle che più mi colpiscono ….

Ringraziare è diverso da riconoscere ?

Ora che mi ci fai pensare mi sembra di sì.

Ancora deficit del linguaggio comune ……. o/e sospetto che dietro il ringraziamento ci sia un annullamento nascosto.

Per essere più precisi allora mi viene da dire che riconoscere il lavoro che state facendo per quello che è, e direi con sempre meno ambivalenze da parte mia, mi è utile per portare avanti la mia ricerca personale.

Forse non è solo utile, è anche vitale.

E’ stata una mia ossessione pesante che tutto questo non fosse ………

E invece è e si fa strada con difficoltà ma anche con forza.

Avrei potuto meglio dire invece di dire grazie: “Sono molto contento perchè solo ora comincio a vedervi e a riconoscervi”.

 

 

Nyx            

Inviato il: 15 Jul 2004, 03:23 PM

La dialettica mi sembra sempre più intensa…ho appena finito di leggere quelle pagine, Sì Fagioli fa la differenza fra gratitudine e riconoscenza, intesa come, se ho capito bene, come conoscenza e accettazione della realtà psichica dell’altro.

 

 

Alogon            

Inviato il: 15 Jul 2004, 03:59 PM

..<<per essere più precisi allora mi viene da dire che riconoscere il lavoro che state facendo per quello che è, e direi con sempre meno ambivalenze da parte mia, mi è utile per portare avanti la mia ricerca personale.

Forse non è solo utile, è anche vitale.

E’ stata una mia ossessione pesante che tutto questo non fosse..>>

 

Mi incuriosisci Acca. Perchè non avrebbe dovuto essere?

copyright domenico fargnoli

 

 

acca            

Inviato il: 15 Jul 2004, 04:41 PM

Fagioli, i suoi libri, l’ Analisi Collettiva, la ricerca psichiatrica, gli psichiatri e gli artisti e le persone normali che si sono formati a quella scuola e quindi anche voi che a quella ricerca fate riferimento esplicito ……. per lungo tempo ho avuto paura che tutto non fosse …… oppure che fosse una cosa destinata a morire presto con il suo inventore ……. o tutto questo lo desideravo …… Invidia ? Idealizzazione ?Forse preferivo dirmi che c’ era stato qualcosa, ma che era stato un fallimento che ormai riguardava pochissimi, non sufficienti a creare un movimento di ampio respiro (?)…… e per essere più sicuro non mi muovevo da qui ……

Poi mi sono mosso, ho chiesto. Anche a voi.

E le vostre risposte, le risposte di quelli a cui ho chiesto, mi dicevano in fondo la stessa cosa: che non potevo continuare a fingere che tutto non esistesse. C’ erano centinaia, migliaia di pagine che tutti potevano leggere, c’ era un manuale di psichiatria, c’ erano degli incontri denominati Aula Magna all’ Università di Roma, che una volta che ho durato la fatica di andarci, non ho potuto più pensare che tutto questo riguardasse pochi intimi e che Roma fosse all’ altro capo dell’ Universo (come me la immaginavo io). E poi molto altro. I film, la musica, la poesia, l’ arte e …… l’ architettura.

Non so se sono stato esauriente Alogon.

Forse dietro a tutto questo mio delirio c’ era la volontà di far sparire la possibilità della cura stessa, il voler essere un cronico che non deve fare altro che aspettare che la vita passi in modo che finisca anche la malattia.

Ora sento che non è più così.

E di conseguenza riesco un pò meglio a riconoscere anche quello che state facendo voi. Che alla fine, forse, siete stati fra quelli che più ho odiato …… perchè avevate il torto di essere miei concittadini ……. e la vostra esistenza significa che certe cose si possono fare. Anche qui.

 

 

Alogon            

Inviato il: 15 Jul 2004, 04:54 PM

Ritengo la tua risposta uno straordinario riconoscimento.

Noi abbiamo continuato a lavorare nonostante le opposizioni, le incomprensioni, i tentativi di omicidio da parte degli psicotici. Nonostante il rischio di fallimento che è stato elevatissimo dato il contesto e la storia locale.

Sembra però che qualcuno cominci ad accorgersi della nostra esistenza, forse di una nostra possibile riuscita e ciò è indubbiamente molto importante per tutti.

Che dire?

Noi siamo aperti ad ogni forma di collaborazione non solo verbale…

copyright domenico fargnoli

 

 

acca            

Inviato il: 15 Jul 2004, 05:23 PM

Che dire ?

 

Ho come la sensazione che in fondo ci diciamo questo da tempo.

Che avrei voluto dirti quello che ti ho detto, ma non era ancora vero.

Che il tuo invito lo hai già espresso altre volte.

Che in fondo molto di quello che fai è un invito alla collaborazione.

 

Ora non ti posso più ringraziare. Lo abbiamo appena detto. Ma forse per me è ancora presto per qualcosa che vada al di là delle parole “fredde” del computer (che poi iniziano a non essere più così fredde, diciamolo …….).

 

 

Alogon            

Inviato il: 15 Jul 2004, 08:24 PM

In fondo tu hai già collaborato alla costruzione di questo forum che sicuramente sta crescendo come intensità e partecipazione. Credo che il tuo contributo sia già un fatto indiscutibile ed importante.

copyright domenico fargnoli

 

 

Alogon            

Inviato il: 18 Jul 2004, 01:31 PM

Psichiatria e poesia sarà il tema di un incontro che organizzeremo a Firenze a partire dal mese di settembre in collaboraziuone con Daniela Morozzi e Bruno Cortini.

 

Dopo tutte queste discussioni sul fare poesia anche la ricerca figurativa ha preso un andamento diverso.

Per es.ci siamo accorti che la scultura “Visione focale” aveva qualcosa che non funzionava. In un primo momento avevamo pensato ai colori del supporto bianco e nero che abbiamo sostituito con rosso e bianco.

(IMG:http://www.senzaragione.it/domenico/mostra/images/visione_focale_g.jpg) (IMG:http://www.senzaragione.it/domenico/mostra/images/visione_focale_2_g.jpg)

Ma anche così c’era qualcosa di indefinibile che non tornava ed abbiamo provato a togliere quelli che sembravano lati di un cubo..Alla fine mi sono reso conto che non era questione di togliere e mettere ;il progetto era stato modificato con l’intenzione di migliorarlo perchè originariamente il parallelepipedo entro cui si sviluppavano le linee e le superfici colorate doveva essere fatto con tubi innocenti, quelli usati per le costruzioni con tanto di giunti di raccordo e non con saldature. Così almeno lo avevo pensato.

Una volta realizzata coi giunti snodabili la “cornice” tridimensionale tutto immediatamente è andato a posto e l’insieme risultatava armonico!

Come se l’oggetto estetico interno dovesse essere sostenuto e delimitato da un qualcosa che per il suo uso e destinazione era agli antipodi della funzione estetica stessa. In un certo senso i tubi innocenti decontestualizzavano la scultura vera e propria creando però una dialettica fra struttura di sostegno ed interno che così entravano in relazione.

La cornice non aveva più uno scopo solo passivo ma acquistava un senso. Non era solo un confine, una delimitazione spaziale od un punto di appoggio inevitabile ma con la sua fisionomia nota ed il suo uso ben conosciuto serviva ad indicare il contenuto ignoto e l’assoluta inutilità dell’oggetto artistico.

 

Pressapoco nello stesso lasso di tempo, anzi leggermente prima avevo compreso il significvato del titolo dato ad uno dei mei primi disegni realtivi alla prossima mostra ai Magazzini del sale.

Mi riferisco a “Fairy date”.

(IMG:http://www.senzaragione.it/domenico/mostra/images/fairy_date_g.jpg)

Fairy date è l’appuntamento con la fata. Come ben sanno a Roma la “fata” è la donna fatale. E la donna fatale per antonomasia è la morte.

L’appuntamento con la morte, in questo caso con la seduzione narcisistica che ha lo scopo di ucciderti psichicamente, va rimandato il più possibile!

Forse sono in grado di fare la mostra, le mostre e di creare forme nuove per quest’intuizione che ho avuto dell’esistenza di un pericolo nascosto.

Intuizione che mi consente di evitare sistematicamente l’insidia della negazione mortale.

copyright domenico fargnoli

 

 

Alogon            

Inviato il: 18 Jul 2004, 05:36 PM

Anche un altro titolo dei miei disegni appare misterioso “the last rose” in realtà si riferisce alla ballata di Thomas Moore

(IMG:http://www.senzaragione.it/domenico/mostra/images/the_last_rose_g.jpg)

<<E’ l’ultima rosa d’estate, lasciata a fiorire da sola, tutte le sue compagne sono ormai appassite, nessun fiore della sua specie, nessun bocciolo le si avvicina per riflettere I suoi rossori o per ricambiare i suoi sguardi. Non ti lascerò sola a languire sul tuo stelo, ora le belle stanno dormendo, vai a dormire con loro. Quindi gentilmente spargo le tue foglie sul letto dove le tue compagne di giardino giacciono senza profumo, morte. Velocemente possa io seguire quando le amicizie appassiranno e dal luccicante cerchio d’amore le gemme cadranno. Quando i cuori puri giacciono avvizziti e non ci saranno più cuori appassionati, allora chi vorrebbe mai abitare, solo, questo arido mondo?>>

 

La mia rosa è esattamente l’opposto di quella di Moroe: Viva e carnale rimanda alla realtà del desiderio nel rapporto diretto con la donna. Rimanda ad una socialità nuova in continuo progrersso ed espansione.

In questo caso, il contrasto, la dialettica è fra il titolo ed il contenuto del disegno che contraddice il primo.

copyright domenico fargnoli

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