Forum di Senza Ragione

Andare oltre

Alogon            

Inviato il: 16 Feb 2005, 05:32 PM

non è neppure mettere fra parentesi, è andare oltre.

Oltre ciò che leggiamo e ci offende. Nelle prime pagine dei giornali, non venti anni fa, non dieci ma ieri ed oggi. Ma non mi va neppure di dire di cosa si tratta. Lascio che cali il silenzio che comunque sono sicuro parla da solo.

Pudore di chi si sente tradito?

La sensazione è di dover creare qualcosa di diverso senza aiuto,perchè chi ci poteva aiutare ci ha portato sull’orlo della palude.

Chi ci poteva accompagnare vaneggia e dice cose folli.

Ma non metterò il piede dentro per intrappolarmi da solo anche se ciò che accade mi sembra assurdo.

Troppo scontata la rabbia, l’agitazione.

C’è un tempo per l’attesa ,per il comprendere che richiede ulteriori movimenti.

Intanto comtinuiamo a lavorare per noi stessi per chi ci è caro, per chi ha condiviso la stessa fatica e non vuole che sia vanioficata.

Vado oltre una pesantezza che non è la mia e che non ho cercato.

Spero che qualcuno cerchi di capire e non voglia giudicare perchè sarebbe molto facile ma anche molto stupido.

Effetto deliberato di lacuna e di silenzio.

Ciò di cui non si parla diviene trasparente, sembra che qualcosa sia stato soppresso.

In realtà è un modo indiretto per indicare una trasformazione.

Un essere oltre.

copyright domenico fargnoli

 

 

Julia            

Inviato il: 16 Feb 2005, 09:41 PM

Quando gli artisti dicevano del vuoto e dell’assenza non è – forse – che non individuassero qualche forma di verità… piuttosto la sottoponevano a un tentativo disperato di trasfigurazione per provare a convincere se stessi che anche ciò che era brutto aveva la sua bellezza. E hanno provato a convincerne anche gli altri, un po’ in mala fede, un po’ per alleviare il malessere che li attanagliava. E non ci sono riusciti perché ognuno parlava per sé, voci giustapposte che volevano ammazzare negli altri la speranza che loro avevano già smarrito. O quando invece ce l’hanno fatta a trascinarsi dietro qualcuno, sono morti suicidi lo stesso come due forze negative che, moltiplicate, mai ne hanno fatto una positiva.

 

C’è chi invece non dà voce in capitolo a questa realtà perché l’arte maggiore è renderla inesistente superandola, in un movimento che cancella i parametri iniziali per proporne altri. Rendere inesistente una situazione tacendola. Oppure darle rilievo, tacendola.

 

Io non voglio rinunciare alla speranza. Magari bisognerà imparare a calibrarla, ma non voglio rinunciare alla speranza che ci sia, qua e là, la possibilità di un po’ di poesia tra gli esseri umani.

 

 

Alogon            

Inviato il: 17 Feb 2005, 12:20 PM

Al risveglio vedi tutto per la primavolta.

Ti muovi lento per non incrinare l’armonia che senti intorno anche se sei immerso nel silenzio, nella bellezza di un ambiente che tu stesso hai creato.

Di nuovo divieni trasparente per quella vitalità che ha cambiato di segno alla fatuità che ti opprimeva solo poche ore prima , cammini leggero e ti senti una piuma che un colpo di vento potrebbe improvvisamente far volare.

I sogni hanno mostrato un altro mondo di personaggi di cui neppure sospettavi l’esistenza, hanno creato una complessità difficile da raccontare.

Il loro vago permanere nella quiete della mattina, nella piacevolezza di aprire gli occhi su di una realtà che sembra creata per te in quel momento ti getta oltre.

Non mi importa se qualcuno mi odia.

Se qualcuno mi vuole raccontare che molti mi odiano per vedere se mi rende triste. Io corro lontano.

Sono dentro l’involucro di un’immunità che mi suggerisce come reagire Un gesto improvviso, naturale ed un’immagine. un’idea assume un contorno definito.

E’ la mia risposta a coloro che credono che la malattia possa rendere padroni della mente, che la bugia cosciente o l’impotenza sia capace di inibire un atto d’amore.

Solo dopo comprendo che sono fatto così: ancora una volta sono andato oltre.

copyright domenico fargnoli

 

 

yox            

Inviato il: 17 Feb 2005, 09:22 PM

……andare oltre….è sufficiente l’immagine di un sogno per andare oltre? Forse è necessaria la certezza di non aver annullato, ma non solo. Andare oltre, forse, quando gli occhi sono totalmente aperti su quella realtà e non nascondono più odio nè rancore. Andare oltre quando una nuova immagine supera quella vecchia, perchè evidentemente qualcosa si è trasformato dentro di te, ed hai anche trovato lparole per raccontarlo. Trasformazione che non è avvenuta per un meccanismo intrapsichico ma per rapporti vissuti, fatti di stimoli che a volte possono essere anche negativi. E’ dopo tutto questo che senti quell’armonia che quasi si staglia a contrasto tra te e ciò che ti circonda?

 

 

Alogon

Inviato il: 17 Feb 2005, 10:40 PM

…forse Yox è come dici tu…anche se spesso mi ci vuole del tempo a capire perchè non voglio interpretare subito.

Mi astengo, procrastino la verbalizzazione, lascio che le situazioni evolvano.

Ed effettivamente qualcosa di molto profondo si è trasformato.

Atmosfere diverse: ma legate a che cosa?

Certo al rifiuto, ma come ha agito esattamente?

Ti confesso che molte cose mi sfuggono ancora.Attualmente mi interessa però esplorare il percorso del pensiero che diventa allusivo. Cerco di penetrare in questa dipendemza del detto dal non detto, dell’esplicito rispetto ad una dimensione implicita.

Lasciar intendere non significa anche evitare di dire?

Il visibile rimanda all’invisibile cui è correlato attraverso l’allusione o l’eufemismo

…..l’allusione, l’eufemismo….

…quand’è che un linguaggio poetico diviene l’espressione indiretta di un senso politico?

Le immagini contengono, come in una crisalide una critica che viene solo insinuata….introdotta, in apparenza, incidentalmente..

copyright domenico fargnoli

 

 

yox            

Inviato il: 18 Feb 2005, 04:07 PM

Eufemismo ed allusione che, però, non sono la stessa cosa del silenzio, che infatti ha una derivazione latina completamente diversa dalle altre due. Interessante scoprire, però, che eufemia nella religione greca indicava un momento di silenzio spirituale. Sarei curioso di sapere che parola usavano i greci per indicare il silenzio, visto che eufemia sta per dire-bene.

Il silenzio è un non dire, ma forse è anche un non sapere. La scelta del silenzio, cui a volte sei costretto, sembra che sorvoli il tempo che pure scorre, anche dentro di te. A momenti ho pensato che non basta una vita umana per avere tutte le risposte che cerchi, ma poi ti rendi conto che l’immortalità è un paradosso proprio perchè il tempo è interno e ti costringe costantemente a rivedere il passato, dandogli spesso un nuovo senso. Il silenzio, allora, rappresenta un momento di sospensione in cui sei costretto ad una nuova nascita?

Se è così, l’eufemismo e l’allusione vengono dopo, molto dopo, quando hai realizzato molto più di una nascita.

 

 

Guest            

Inviato il: 18 Feb 2005, 04:51 PM

Ciò a cui si allude in realtà viene taciuto, passa sotto silenzio.

Almeno in apparenza. Comunque conosco l’argomento reale di cui si parla.

Così come il dir bene di un qualcosa non esclude un pensiero diverso rispetto ad un altra che volutamente taccio.

Ad ogni modo a parte le ricerche etimologiche, le disquisizioni lessicali, peraltro interessanti, l’andare oltre può avvalersi di tutti questi mezzi: allusione analogia eufemismo ed aggiungerei deformazione creativa per non cadere in una critica frontale e magari in quel momento inopportuna.

La comunicazione e l’elaborazione inconscia ha spesso caratteristiche “poetiche”…

 

 

aissa [omonimia di utente reg.]            

Inviato il: 18 Feb 2005, 10:45 PM

Mi piace questa ricerca sul significato del silenzio, vorrei che qualcuno aggiungesse altro. Il silenzio che separa le parole… Dal silenzio delle parole non dette senza motivo apparente al silenzio delle parole taciute volutamente. Tutte quelle speranze ed immagini regalate gli uni agli altri come dire… telepaticamente? Mi piace poco… Quel silenzio carico di suoni che assomigliano alle parole ma sono forse qualcosa di più, sono legame affettivo che permette al silenzio di significare… Certo ci vuole, appunto, un rapporto affettivo perchè il silenzio si carichi di un significato che non sia morte, annullamento, distruzione o lesione. Mi piace l’idea del silenzio che rappresenta l’attesa di un momento migliore per liberare le parole, mi piace l’idea che il silenzio possa essere una voce ulteriore, passatemi il paradosso, se il rapporto tra chi questo silenzio lo condivide è reale e sincero e trasparente da poterselo permettere. Credo che dinuovo sia un discorso di trasparenza, scusate se questa era un’altra discussione. certo chi questa trasparenza nonb ce l’ha tenta, io credo, di celare col silenzio ben altro tipo doi pensiero, o non pensiero, o delirio. Lasciare intendere può significare non dire? Credo di sì, in quest’ottica credo di sì.

 

 

Alogon            

Inviato il: 19 Feb 2005, 10:23 AM

<<..la poesia sia una pittura che si ascolta e la pittura sia una poesia che si contempla..>>

 

vado oltre.

Il serpente colpito dal bastone muore mentre bambini giocano lì vicino.

In una striscia di sogno la via lattea.

 

[C’è un tempo d’attesa che precede ogni trasformazione.

Molti non sanno aspettare, ascoltare in silenzio,

Credono di sapere e sono spinti ad agire.

L’incertezza, il fluttuare apparentemente ripetitivo li spaventa.

Non sanno raggiungere quella condizione in cui sembra che il pensiero non ci sia.

Dico sembra perchè non si tratta di vuoto, ma quel ricreare una potenzialità che non è ancora forma, una vitalità muta colta nell’attimo prima che diventi immagine.

Ecco tutto diviene diverso se si raggiunge la condizione giusta.

Un lungo cammino per cogliere un singolo momento in cui il tempo sembra contrarsi e poi espandersi all’infinito come un onda che attraversa tutta la vita, procedendo anche a ritroso.

Lo stesso può avvenire di fronte alla falsità che molti affrontano con lo sdegno ed il giudizio. C’è un muoversi, un opporsi senza parole, opporsi per il solo fatto di esistere ed essere presenti che fa si’ che , il delirio crolli da solo sotto il peso della sua inconsistenza.]

 

Nel silenzio il grano cresce.

copyright domenico fargnoli

 

 

neo            

Inviato il: 23 Feb 2005, 01:35 PM

Il silenzio… quante volte mi sono trovato a non poter parlare! Ci sono delle volte in cui, quando non riesci ad accettare un cambiamento, una riuscita o comunque una situazione positiva, cadi in un silenzio che sa di morte e vuoto e crea disagio, agitazione, altre volte stai in silenzio, ma non c’è malessere, è come se stessi cercando tutte le tessere per comporre un puzzle e poi capisci che quel silenzio non è assenza, ma, forse, preludio di un cambiamento. Altre volte vorresti parlare, ma non hai le parole giuste, o, forse, non è ancora il momento giusto e sei costretto ad un silenzio che ti crea rabbia. Ma c’è anche il silenzio bello, quello fatto di tante parole…. un parlare muto, come ha detto qualcun’ altro, parole che non hanno bisogno di essere pronunciate, anzi…. dirle sarebbe quasi un danno! Parole che scorrono liberamente fra te e l’altro dette da uno sguardo, un gesto o un movimento del corpo e ascoltandole in quel silenzio capisci, e questo è il bello, di avere accanto un essere completamente diverso da te.

 

 

Alogon            

Inviato il: 23 Feb 2005, 03:08 PM

spesso non ho immagini coscienti

che affollano la mente,

non ho concetti nè ricordi,

neppure quella lingua muta del nostro parlare interiore.

Sono trasparente :non ho niente se non l’attesa.

Aspetto che una musica cominci e vibrando trasformi il pensiero dentro al corpo

La sua stessa vita.

Tempo di un’esistenza piena

senza un significato subito riconoscibile.

Le parole vengono troppo presto.

Ricerco un segno

che finalmente mi dica che quello è l’inizio.

…ascolto i sogni ma non ho immagini coscienti,

non ho concetti né ricordi,

neppure la lingua muta.

Ascolto in silenzio.

copyright domenico fargnoli

 

 

Elleffe            

Inviato il: 25 Feb 2005, 11:28 AM

stavo pensando che forse l’andare oltre è proprio quella vitalità che evita di trasformare uno stimolo in dolore o ferita, di cui si parlava giorni fa.

 

andare oltre nel senso che chi vuole ferire è destinato ad una rincorsa, perchè l’altro trasforma e si trasforma e non viene leso?

 

 

Alogon            

Inviato il: 25 Feb 2005, 04:44 PM

Tutto credo dipende dalla capacità di dare un senso alle situazioni di rapporto che si vivono. E’ traumatico, quindi potenzialmente lesivo, ciò a cui non possiamo dare un significato e che quindi eccede le nostre capacità di comprensione e conseguentemente di reazione.

L’attacco improvviso di uno schizofrenico appare di primo acchito incomprensibile

per la sua gratuità. Per la futilità delle motivazioni.

Chi lo ha sperimentato sulla propria pelle lo sa bene.

Se andiamo oltre questa scorza superficiale e opponiamo una resistenza proporzionale, per forza ed immediatezza, alla violenza dell’altro qualcosa cambia.

Costringiamo l’aggressore a rimanere dentro una relazione umana.

…la psichiatria è fondata su questa reattività non consapevole, irrazionale che potrebbe sembrare anch’essa incomprensibile.

Incomprensibile perchè non corrisponde a nessuna tecnica, a nessuna strategia precostituità.

copyright domenico fargnoli

 

 

Alogon            

Inviato il: 3 Mar 2005, 10:46 AM

oggi ,domani non saoppiamo chi ci verrrà incontro.Ciò che vediamo non ci può bastare.Nei giorni in cui sembra che nulla accada la speranza trova vigore in fatti apparentemente insignificanti che qualcuno riesce a decifrare.Certo nella solitudine, nel silenzio i suoni, i colori diventano più potenti e le immagini sembrano esplodere dentro con una intensità che non è di nessuna percezione.

Caleidoscopio continuo al quale non potrebbe stare dietro nessuna pittura,musica o scrittura.Ma è necessario comunicare questo mondo costruito d’impressioni non per fissare la memoria ma per aprire gli occhi su una realtà trasfigurata dai sogni, dalle idee, dalle azioni.

Le azioni.

Quando il tuo gesto va a compimento e dai figura a quanto corrisponde ad un pensiero inespresso, capisci che non c’è un fuori ed un dentro e che lo spazio mentale è quello del vedere e dell’udire. Il corpo è ben oltre il confine della pelle

L’idea non sta nascosta nella scatola cranica per poi venire fuori come un folletto con la molla, ma è il movimento che che la materializza ed essa sembra apparire come dal nulla in un gioco di prestigio pressochè continuo.

Bisogna comprendere che sovente ci anestetizzaimo perchè immagini, sensazioni appena intraviste lasciano un’eco potente, segnali che ci costringono a repentini cambiamenti, ad orientamenti che modificano il senso stesso della vita.

Un sogno, una fantasia suona più forte di qualunque campana.

copyright domenico fargnoli

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