La politica “mobile” e “futurista” di Matteo Renzi
Il camper mai fermo, le maniche di camicia (sudata e bianca) rimboccate, la bicicletta e le corsette: in una parola dinamismo. La strategia di comunicazione di Renzi è a dir poco formidabile. Con una precisa ottica di mercato il sindaco di Firenze nonchè candidato ufficiale alla guida del centro -e anche un po’- sinistra stà cercando di proporre agli italiani un prodotto di consumo che sia la sintesi del contrario di quello che è stato fatto negli ultimi 60 anni di governo. La parola “adesso”, lo slogan ufficiale della campagna, contiene in sè l’accezione di mobilità e velocità. Il richiamo al movimento viene trasmesso quindi su vari livelli, da quello fisico (cfr. sopra) a quello verbale-linguistico passando per l’ideologico. La mobilità del novello futurista Renzi è una mobilità di pensiero che è già oltre i canoni delle dottrine politiche novecentesche. Non si spiega altrimenti l’accostamento nei suoi discorsi di categorie storicamente inconciliabili come Unioni Civili e famiglie. Renzi è uno di quelli che, nel bene e nel male, vuole che le teste degli italiani non rimangano più conficcate nel XX secolo. A differenza del suo predecessore Veltroni, spariscono nei monologhi di Renzi le citazioni in tributo dei patres/mostri sacri della sinistra italiana. Non vengono più scomodati i vari Gramsci, Pertini, Papa Woytila (rigorosamente alternati uno rosso, uno bianco, uno rosso, uno bianco…e così via) ma compaiano eroi o presunti tali dell’era odierna come Obama. Eroi del presente, perchè la parola d’ordine è ADESSO. I riferimenti alla politica americana sono ovunque già a partire dai colori, il rosso e il blu non sono più alternativi, ma vengono uniti dal bianco in una splendida unione organica.
Gli elettori creduloni (si ha ragione Romiti) e “bambini” non sanno più chi ascoltare. Mentre Bersani, Alfano, i tecnici, Maroni e compagnia orchestrante o che ha già orchestrato (male) battagliano su chi ha fatto peggio negli ultimi 10 anni con tanto di statistiche, arriva Renzi che fa shh col dito, li prende per mano e inventandosi una macchina del tempo e li porta a vedere le meraviglie del futuro che ha pensato di costruire. Mentre Grillo urla e schiamazza in maniera apocalittica arriva Renzi che grida all’uomo nero, li riprende per mano e dice loro di non ascoltarlo perché lui sa come fare le cose meglio, ma senza gridare, lui lo sa che ai “bambini” non piacciono le persone iraconde. Renzi rastrella così -è proprio il caso di dirlo- a destra e a manca, anche perché si può pure essere liberal e di sinistra in un colpo solo, qualcuno lo aveva già capito che gli italiani si sono dimenticati la differenza tra destra e sinistra, tant’è che alle rotonde fanno sempre dei gran casini. Basta mettere in pentola un pò di welfare (come il sale nelle ricette, QB), un po’ di liberalizzazioni, politiche sul lavoro per amalgamare, sostegno alle famiglie per ammorbidire l’impasto e per insaporire un pizzico di giovani e di unioni gay, ma senza adozioni altrimenti il sapore diventa nauseante. L’importante è impastare tutto rapidamente e in maniera dinamica, magari con un bel frullatore ultra-moderno che, 25 anni fa, NON C’ERA.
E’ facile piacere agli italiani, basta essere trendy, alla moda e Renzi, politicamente, è sul punto di esserlo (vedrete).