di domenico fargnoli
<<Ed il pensare a Picasso, e la memoria di Pollock mi dissero che era “esigenza necessaria, necessità interna” perdere la coscienza per “vedere” e creare le parole che facendo il nome della realtà della nascita umana, la rendono esistente. Vennero così i termini pulsione-fantasia, memoria-fantasia ovvero i nomi dei due momenti che fanno l’identità umana>>1
Con queste parole, e con altre, presenti nella sua rubrica di Left, che esprimono un contenuto analogo, Massimo Fagioli propone un’intepretazione del percorso artistico di Pollock secondo il quale quest’ultimo sarebbe stato in grado di ricreare attraverso la pittura e la linea fatta dalla mano dell’uomo, i primi istanti della vita quando nel venire alla luce e nell’ immobilità del corpo emergono tempo e movimento interno per quel processo trasformativo che è la nascita umana. Alla nascita fa esplicito riferimento Pollock in suo dipinto del 1942 Birth esposto nella prima mostra a cui ha partecipato che insieme a Naked man, dello stesso perdiodo è caratterizzato dalla fascinazione della figura dello sciamano. La superficie scabrosa del dipinto rimanda all’influenza della pittura di sabbia dei Navajo mentre la riconoscibilità di alcuni elementi figurativi ricorderebbe addirittura Les Damoiselles de Avignon (1907) di Picasso con cui Pollock comincia un lungo confronto a partire da quel periodo. Fagioli vede nell’opera dello statunitense un’antinomia tragica fra una capacità di ricreare i primi momenti dell’esistenza ed un impulso ad annientare se stesso e la propria libera espressione. La nascita può essere vista allora come il paradigma di un’esperienza radicale durante quale l’artista è esposto ad un rischio mortale, quando abbandonata la coscienza nell’immediatezza del gesto creativo, recupera i contenuti più profondi della realtà psichica umana nel tentativo di dare un senso ed un valore alla propria vita. Negli anni quaranta gli artisti dipingevano in uno stato d’animo di disperazione assoluta cercando valori nuovi con i quali ovviare al vuoto enorme che li circondava e nel quale erano immerse la cultura e le istituzioni: alcuni critici parlavano, in quella fase storica, di un’ arte sull’orlo del baratro. Per Pollock l’artista moderno <<(…) lavora per esprimere un mondo interiore, in alti termini: esprime l’energia, il movimento ed altre forse interiori.>>2
Mente dipingeva l’americano non aveva in mente alcuna immagine ma quest’ultima nasceva nel corso della realizzazione dell’opera come qualcosa di nuovo, senza alcun lavoro preparatorio di disegni, schizzi o stadi di colore.
La tecnica del dripping era una invenzione personale come punto di arrivo di ogni sorta di esperienze, di approfondimenti successivi che Pollock fece sulla pratica dell’automatismo surrealista a partire da alcuni suggerimenti di Max Ernst: da lunghi bastoni che non toccavano la tela stesa per terra colava colore liquido che veniva distribuito attraverso una gestualità che assomigliava ad una danza. Quando Pollock rinunciò a questa tecnica che si compenetrava perfettamente con la sua esigenza espressiva iniziò il suo declino che si concluse, dopo un periodo di quasi totale blocco creativo, con un incidente stradale nel 1956, dovuto all’ebbrezza alcoolica Si trattò di un vero e proprio suicidio-omicidio nel quale perse la vita anche un altra persona, una donna che viaggiava con lui, mentre un’altra ancora sopravvisse risultando solo ferita.
L’intepretazione che Fagioli dà dell’opera di Pollock è pressochè contemporanea alle sue nuove scoperte sulla nascita umana: pulsione fantasia , memoria fantasia dell’esperienza avuta e capacità di immaginare.
E qui possiamo dire che lo psichiatra coglie un aspetto paradossale dell’attività artistica dell’americano.
Infatti sappiamo del valore assoluto che quest’ultimo attribuiva alla gestualità, al movimento spontaneo di tutto il corpo nel cosidetto action painting: tale gesto,secondo Fagioli sarebbe scaturito dalla capacità di ricreazione di un contenuto psichico che originariamente si colloca nei primi venti secondi di vita del bambino, cioè in un momento di immobilità e di atonia muscolare pressochè totale. In altre parole è come se Pollock fosse riuscito a trovare una fusione, antecedente alla memoria-fantasia ed all’immagine, fra movimento fisico, che interessa tutto il corpo e movimento psichico. Quest’ultimo si realizza nei primi momenti di vita del neonato e solo nell’ambito della sostanza cerebrale come conseguenza della stimolazione luminosa. Dalla fusione dei due tipi di movimento sarebbe scaturita, nell’action painting, una pittura come tessitura e sovrapporsi inestricabile di linee su tele di straordinarie dimensioni.
<<E so che la parola linea si fonde-scrive Fagioli- con la parola movimento, nascosto sotto il silenzio della vita. Ma sono certo che non saprò mai parlare della fusione dei due termini, perché non li posso disegnare. Non hanno infatti né immagine, né la linea che la coscienza può percepire. Ho soltanto la parola pulsione che è misteriosa come se fosse un fantasma senza identità. Si può soltanto pensare all’esistenza di una realtà che il termine verbale indica>>3
Con la fantasia e senza la ragione Fagioli tenta di vedere il movimento di quella realtà restata per sempre senza possibilità di conoscenza: durante la sua ricerca lo psichiatra “vede” Pollock nell’atto di dipingere
<<E lo vedevo-scrive- ubriaco muoversi davanti alla tela e fare segni e colori… a caso, senza pensare. Poi dissero che aveva passato due anni senza bere alcool ma… riprese fino a stordirsi e dipinse segni senza senso, linee e colori e macchie nere ottenute versando, a caso, il colore sulla tela stesa per terra. E dissero: pittura, musica e movimento. Non c’erano più forme.
Ed anche Pollock, portando con sé una ragazza, si uccise come Van Gogh>>4
Pollock, immobile davanti alla tela bianca nella fase finale della sua vita , indifferente per tante ore di fronte agli stimoli della coscienza della realtà materiale, evoca nella mente i termini : stupor depressivo. Il blocco del pensiero è immediatamente arresto del movimento e annullamento della linea, la realtà umana più profonda. L’assenza della linea, come per Frenhofer, il pittore protagonista de “ Il capolavoro sconosciuto” di Balzac determina un mutamento: i quadri vengono vissuti come significanti vuoti. Si apre così la strada a quell’impulso irresistibile che porta all’atto di annientamento di sè e degli altri.
Dalla singolare intersezione fra le ultime acquisizioni della ricerca di Fagioli e quella pittorica di Pollock si sono aperte prospettive di comprensione del tutto nuove. Pollock solamente tracciando delle linee senza l’intenzionalità cosciente di significare o di dare un senso a qualcosa avrebbe evocato alcuni aspetti ,anche se non ricreato completamente , la realtà mentale dei primi momenti della vita. La pittura si affianca , pur essendo in grado di esprimere solo contenuti parziali, all’importanza del linguaggio articolato e della parola scritta nella ricerca sulla realtà umana non cosciente.
In tempi recenti Fagioli ha proposto sulle pagine di Left il suo Scarabocchio, una creazione estemporanea nata senza nemmeno la volontà di disegnare . Per l’immediatezza e la spontaneità della creazione grafica Fagioli va ben oltre Pollock. La complessità delle proposizioni teoriche relative all’uomo e delle scoperte sulla realtà psichica lo hanno reso immune dalla malattia mentale e dal fallimento.. Le linee del “foglietto” esprimono visivamente i contenuti umani originari e fanno da contrappunto ai colori della sua fotografia dai tratti definiti e riconoscibili : esse si inseriscono nel palinsesto delle due pagine di scrittura della rubrica Trasformazione nel settimanale Left delimitando lo spazio che gli occhi scorrono per leggere . Si determina così un singolare intreccio di elementi apparentemente eterogenei ma che concorrono insieme ad esprimere le forme ed i contenuti di quella realtà umana inconsapevole rimasta, prima di Fagioli, assolutamente sconosciuta.
stupendo… semplicemente stupendo!
Grazie!!
…cercavo una risposta alla mia paura e mi viene di dire “tensione-energia” di fronte ai numeri ed alle date: ho paura-tensione-energia quando mi ritrovo in solitudine ed osservo i numeri e le date, forse perchè i numeri e le date rappresentano l’anima razionale dell’essere umano!?
…è una ricerca personale anche la mia ed arriverò a capo di qualcosa, anche se forse un capo non c’è perchè arrivare ad un capo sarebbe la morte come non pensiero, assenza di pensiero!
…non è forse Fagioli che dice che l’essere umano per sua “natura irrazionale” è costretto suo malgrado alla ricerca ed è forse la ricerca di un altro essere umano!?
…stamattina nel mio peregrinare solitario ho incontrato due donne che mi dicevano chi trova un amico trova un tesoro; io le ho apostrafate dicendo: “CHI TROVA UN ESSERE UMANO TROVA UN TESORO!”
” LA LIBERTA’ E’ L’OBBLIGO DI ESSERE ESSERI UMANI! ”
Scusate se mi ripeto, ma forse è il mio narcisismo che mi fà amare le parole di Fagioli!
…allora chiedo perdono se anche io ho “rubato”, ma fa parte della nostra natura irrazionale di napoletani rubare e quindi sarei complice-vittima di quella falsa cultura che dice che siamo ladri e assassini e quindi ce l’abbiamo nel DNA.
Ma chi ci crede veramente!?