Mario Borghezio e la battaglia di Waterloo
Mario Borghezio esprime in modo esasperato e caricaturale i tratti dei militanti della lega. Per la sua marcata tendenza alla pinguedine che segnala una propensione agli eccessi alimentari e per i suoi ragionamenti di grana grossa che arrivavano a giustificare il saluto romano, non privi qua e là di qualche sprazzo di furbizia ricorda Bertoldo. Ricorda però anche il Miles gloriosus di Plauto per le sue invettive roboanti pronunciate con file di salcicce al collo in funzione antislamica e per l’attenzione che rivolge al mondo delle meretrici. Infatti in una delle sue ultime esternazioni afferma che Salvini è un genio in un mondo di bagasce che sarebbe quello della politica. Un genio strategico del tutto simile a quello di Napoleone che con manovre ardite, che sembravano di primo acchito perdenti, arrivava comunque alla vittoria. Il paragone è davvero divertente perché dall’ottocento Napoleone è diventato lo stereotipo del matto paranoide ( della monomania d’orgoglio come veniva chiamata a quei tempi) oltre che essere finito in isolamento a Sant’Elena per aver perso la battaglia decisiva. Ma tant’è: i dettagli storici ( o quelli che lui considera tali) non impensieriscono Marione quando la spara grossa e mira solo ad impressionare con una metafora che ritiene ardita. L’arguzia bertoldesca del padano però esprime però un fondo innegabile di verità e volendo essere una difesa del capo della Lega diventa una involontaria confessione di debolezza e un atto di accusa: sembra una battuta comica strappata ad una maschera della commedia dell’arte.
Dietro il Salvini che forze politiche e media dipingono disorientato e in affanno c’è in realtà ”un super genio o uno che come Napoleone ha la fortuna dalla sua”. Mario Borghezio, ex europarlamentare della Lega non vede affatto un Salvini disarcionato e in difficoltà di fronte agli sviluppi della crisi di governo. ”Salvini -dice all’Adnkronos- non so in realtà se consapevolmente o inconsapevolmente, ha fatto una mossa che si rivelerà di grande lungimiranza politica. Non voglio dire che lui abbia previsto gli sviluppi successivi, ma se lo ha fatto è un super genio , altrimenti come Napoleone, ha la fortuna dalla sua”.
— Leggi su www.adnkronos.com/fatti/politica/2019/08/21/borghezio-salvini-super-genio-tra-bagasce-della-politica_DcQbKlTHGKmTSubbn8ivXP.html

Machiavelli: il principe in un momento di relax
Mesi fa quando il Salvinismo era al suo apogeo avevo ipotizzato che sarebbe accaduto qualcosa di improvviso, di traumatico che avrebbe contraddistinto l’inizio del suo declino. Di fatto il suicidio politico dell’aspirante plenipotenziario è avvenuto come un fulmine a ciel sereno a metà agosto, forse non casualmente, essendo un periodo questo nel quale da anni sembrano concentrarsi tutte le disgrazie del mondo. Terremoti, crollo di ponti, incendi con ripercussioni planetarie. Non essendo un profeta partivo dal considerare le caratteristiche di personalità dei leader carismatici, dei dittatori e aspiranti tali che molto spesso finiscono tragicamente. Lo aveva già intuito lo psicanalista di origini austriache Walter C. Langer nel suo libro “ Mind of Adolf Hitler” commissionatigli agli inizi degli anni 40 dai servizi segreti americani: lo studioso aveva predetto la fine e il suicidio di Hitler. È chiaro che Salvini non è Hitler ma i palloni gonfiati ( ricordate la scena del mappamondo nel film “ Il grande dittatore del 1940 di Charlie Chaplin?) si assomigliano tutti e raggiunta una dimensione critica si sgonfiano di colpo. Il punto della politica attuale è che fornire una seconda opportunità a chi, simbolicamente, si è auto eliminato dalla scena politica sarebbe un grave errore foriero di danni ancor più gravi di quelli fin qui prodotti. Un ulteriore problema è costituito da chi ha sostenuto comportamenti sadici e psicopatici ( come già dissi in un convegno nel giugno del 2018): tali complicità non si cancellano con colpi di spugna. Al di là di considerazioni di ordine etico, certo non trascurabili, chi ha sistenuto la paranoia, il distacco dalla realtà, la disumanità prima o poi ne diventa vittima anche lui ed è condannato al fallimento. Questa è l’ipoteca che grava sulle future compagini governative e che interessa anche quelle che erano le opposizioni che non hanno saputo interpretare efficacemente il proprio compito essendo coinvolte anch’esse in una logica di auto annientamento. Il più lucido sembra essere stato Conte che pure con una partenza estremamente ambigua ( della quale bisogna tenere conto), ha alla fine sviluppato quello che, sul piano razionale, ha l’apparenza di un rifiuto. Forse la strategia giusta è questa: stare in rapporto e non a mangiare i pop corn davanti alla televisione. Al momento giusto esprimere in modo politicamente efficace la propria resistenza e il proprio dissenso.
Cambiamenti climatici
L’humanité épuise la terre
On a marché sur la lune (2019) Domenico Fargnoli




Devi effettuare l'accesso per postare un commento.