Un sincero ringraziamento ai molti, veramente molti che in pieno ferragosto hanno manifestato un vivo interesse per il mio articolo apparso su LEFT-31 molto oltre la data della sua pubblicazione.
Ciò mi ha spinto ad un’ulteriore piccola ricerca. Che cosa ho scoperto?
La vicenda di Verdiglione è particolarmente significativa per capire la personalità di Jean Alain Miller nella sua componente Tartuffe per fare riferimento al personaggio di Moliere
.
All’inizio degli anni 70 Lacan cercò di creare un suo gruppo italiano facendo riferimento ad un “tripode” costituito da Verdiglione, Contri ( simpatizzante di Comunione e Liberazione !?) e Muriel Darzien a Roma: a tale scopo venne più volte in Italia pronunciando tre conferenze e nell’aprile del 74 scrivendo “Una lettera agli italiani” in cui parla della (fallimentare) prassi chiamata “La passe” secondo la quale gli analisti si sarebbero dovuti autorizzare da soli all’esercizio della loro professione.

La lettera anche se non firmata e inviata ad un non specificato gruppo italiano è una prova del coinvolgimento diretto di Lacan nella tragicomica vicenda verdiglionesca che ebbe risvolti penali.
A posteriori Jean Alain Miller cosa fa? Pubblica la lettera alterando la sua datazione che diventa il 1973. A che scopo, ci si chiederà? Per decontestualizzarla e per occultare le pesanti responsabilità ad essa connesse: di questa vicenda parla in dettagli Erik Porge in un suo articolo reperibile on line
https://www.cairn.info/revue-psychanalyse-2007-2-page-81.htm.
Ne riporto un brano.
Enfin, J.-A. Miller date le texte de 1973 alors que les trois du tripode disent clairement que c’était en 1974, ce que confirment tous les recoupements textuels. Alors, pourquoi 1973 ? Négligence ? Fruit d’une intention ? Mais laquelle ? Quoi qu’il en soit, ce changement de date est bien de nature à brouiller les cartes et à empêcher de comprendre les enjeux du texte.
Dans Autres écrits, Miller en rajoute sur la falsification. Le texte est toujours faussement daté de 1973. La présentation de ladite note devient : « Ce texte laissé inédit par Jacques Lacan a été publié dans Ornicar? n° 25, 1982, p. 7-10, précédé d’une note précisant que “les personnes concernées ne donnèrent pas suite aux suggestions exprimées ici”. » Or, le texte n’a pas été laissé inédit puisque Contri l’a publié en 1978, du vivant de Lacan, et Verdiglione en 1981. La référence de la « Note » devient Ornicar?, soit la revue qui a commencé à effacer les traces du texte. Il y a une véritable opération de redoublement, voire déni, de l’effacement. Le Freud de Moïse et le monothéisme doit se retourner dans sa tombe ! Sans compter que cette dernière « note », elle bien de J.-A. Miller, ne mentionne même plus l’existence du groupe italien, ne gardant que la brutalité méprisante du « ne donnèrent pas suite ».
Infine, Jacques-Alain Miller ha datato il testo nel 1973 mentre i tre del “treppiede” [ Verdiglione, Contri e Derziel] hanno detto chiaramente che esso era del 1974, come confermato da tutti i riscontri testuali incrociati . Allora perché 1973? Negligenza? Frutto di un’intenzione? Ma quale ? In ogni caso, questa modifica della data è molto probabile che confonda le carte e impedisca la comprensione delle problematiche alle quali si fa riferimento nel ltesto.
In altri scritti Miller aggiunge elementi alla sua falsificazione. Il testo è sempre erroneamente datato nel 1973. La presentazione di questa nota viene fatta in questo modo: “Questo testo lasciato inedito da Jacques Lacan è stato pubblicato in Ornicar? 25, 1982, pag. 7-10, preceduta da una nota secondo la quale “le persone interessate non hanno risposto ai suggerimenti qui esposti”. “Tuttavia, il testo non è stato lasciato inedito perché Contri lo ha pubblicato nel 1978,essendo Lacan ancora in vita e Verdiglione nel 1981. Il riferimento della” Nota ” diventa Ornicar?, cioè la rivista che ha cominciato a cancellare le tracce del testo. C’è una vera operazione di ripetizione, persino negazione e di inganno. Il Freud di “Mosè e il monoteismo” si sarebbe rigirato nella tomba! [ davvero???] Senza contare la circostanza per la quale la “nota”, questa volta di Jacques-Alain Miller, non menziona neppure l’esistenza del gruppo italiano, mantenendo solo la brutalità sprezzante dell’espressione “non hanno dato seguito” [ai suggerimenti di Lacan ] (trad. Domenico Fargnoli)
Se avete l’intenzione di fare una partita a poker con JAM ( Jean Alain Miller) controllate che non alteri le carte in suo possesso!!!
Il tartufo comunque ha un odore molto penetrante e inconfondibile!!
Della vicenda milanese parla anche Catherine Millot che fu l’amante analizzanda negli ultimi dieci anni della vita di Lacan. Essa racconta di essere stata ospite, insieme al famoso psicanalista, di Verdiglione a Milano: quest’ultimo aveva messo a loro disposizione una villa con tanto di vettura e autista.
La Millot fa, con il suo stile apparentemente minimalista, una critica tagliente a Lacan quando dice che il fallimento del tripode italiano era ampiamente prevedibile perché nel muoversi egli non teneva conto della psicologia di ciascuno ma era animato solo da “desiderio” di mettere in piedi un gruppo italiano.
<<Insomma-scrive Catherine nel suo libro “Vita con Lacan”- egli non era capace di dirigere degli uomini. Ciò che gli interessava era solo di mettere alla prova la potenza operatoria del “suo” nodo [borromeiano]. In questo il suo aspetto Don Chisciotte era manifesto>>

Nodo di Borromeo secondo Jacques Lacan
Queste considerazioni riferite al più grande psicanalista dopo Freud non suonavano certo come un complimento.
Sul rapporto fra Catherine Millot, che è un tema che attiene all’impostura, e Lacan vedi

I Bisounours sono gli orsetti del cuore famosa serie di cartoni animati ispirati alla leggenda di Re Artù.
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