capodanno-2014-auguri-di-fine-anno-2013-e-buon-inizio

Senza categoria

Auguri di buon anno a tutti coloro che dedicano parte del loro tempo a seguire questo Blog

Immagine

Immagine

Psichiatria, Senza categoria

Basaglia oltre lo stesso Basaglia di Luigi Cancrini L’unità 19/12/ 2013

Immagine

Schermata 06-2456446 alle 10.32.32Schermata 06-2456446 alle 10.33.10Schermata 05-2456436 alle 21.03.02

Psichiatria

Mal-trattamenti psicoanalitici

Immagine

La politica “mobile” e “futurista” di Matteo Renzi

Immagine

Il camper mai fermo, le maniche di camicia (sudata e bianca) rimboccate, la bicicletta e le corsette: in una parola dinamismo. La strategia di comunicazione di Renzi è a dir poco formidabile. Con una precisa ottica di mercato il sindaco di Firenze nonchè candidato ufficiale alla guida del centro -e anche un po’- sinistra stà cercando di proporre agli italiani un prodotto di consumo che sia la sintesi del contrario di quello che è stato fatto negli ultimi 60 anni di governo. La parola “adesso”, lo slogan ufficiale della campagna, contiene in sè l’accezione di mobilità e velocità. Il richiamo al movimento viene trasmesso quindi su vari livelli, da quello fisico (cfr. sopra) a quello verbale-linguistico passando per l’ideologico. La mobilità del novello futurista Renzi è una mobilità di pensiero che è già oltre i canoni delle dottrine politiche novecentesche. Non si spiega altrimenti l’accostamento nei suoi discorsi di categorie storicamente inconciliabili come Unioni Civili e famiglie. Renzi è uno di quelli che, nel bene e nel male, vuole che le teste degli italiani non rimangano più conficcate nel XX secolo. A differenza del suo predecessore Veltroni, spariscono nei monologhi di Renzi le citazioni in tributo dei patres/mostri sacri della sinistra italiana. Non vengono più scomodati i vari Gramsci, Pertini, Papa Woytila (rigorosamente alternati uno rosso, uno bianco, uno rosso, uno bianco…e così via) ma compaiano eroi o presunti tali dell’era odierna come Obama. Eroi del presente, perchè la parola d’ordine è ADESSO. I riferimenti alla politica americana sono ovunque già a partire dai colori, il rosso e il blu non sono più alternativi, ma vengono uniti dal bianco in una splendida unione organica.

Gli elettori creduloni (si ha ragione Romiti) e “bambini” non sanno più chi ascoltare. Mentre Bersani, Alfano, i tecnici, Maroni e compagnia orchestrante o che ha già orchestrato (male) battagliano su chi ha fatto peggio negli ultimi 10 anni con tanto di statistiche, arriva Renzi che fa shh col dito, li prende per mano e inventandosi una macchina del tempo e li porta a vedere le meraviglie del futuro che ha pensato di costruire. Mentre Grillo urla e schiamazza in maniera apocalittica arriva Renzi che grida all’uomo nero, li riprende per mano e dice loro di non ascoltarlo perché lui sa come fare le cose meglio, ma senza gridare, lui lo sa che ai “bambini” non piacciono le persone iraconde. Renzi rastrella così -è proprio il caso di dirlo- a destra e a manca, anche perché si può pure essere liberal e di sinistra in un colpo solo, qualcuno lo aveva già capito che gli italiani si sono dimenticati la differenza tra destra e sinistra, tant’è che alle rotonde fanno sempre dei gran casini.  Basta mettere in pentola un pò di welfare (come il sale nelle ricette, QB), un po’ di liberalizzazioni, politiche sul lavoro per amalgamare, sostegno alle famiglie per ammorbidire l’impasto e per insaporire un pizzico di giovani e di unioni gay, ma senza adozioni altrimenti il sapore diventa nauseante. L’importante è impastare tutto rapidamente e in maniera dinamica, magari con un bel frullatore ultra-moderno che, 25 anni fa, NON C’ERA.

E’ facile piacere agli italiani, basta essere trendy, alla moda e Renzi, politicamente, è sul punto di esserlo (vedrete).

Politica

Matteo Renzi futurista

Immagine

Psichiatria

Etienne Jean Georget

Immagine

La “Discussion mèdico-legale sur la folie” (1826) è scritta dall’alienista Étienne-Jean Georget (1795 -1828), allievo di Esquirol e suo collaboratore al manicomio parigino della Salpetrière. La pratica della perizia psichiatrica diventa parte costitutiva del procedimento giudiziario già nel primo Ottocento. Secondo gli psichiatri alienisti, il “reo” giudicato folle dalle perizie non è imputabile. Non è colpevole. E perciò solo un malato da assolvere, da segregare in manicomio, da curare. Molti magistrati non accettano questo genere di assoluzione. Di qui un aspro conflitto tra magistrati e alienisti, efficacemente rappresentato da questo pamphlet del 1826. La discussione è aspra, priva di mediazioni, soprattutto nei casi in cui l’autore del crimine viene definito attraverso la categoria della monomania omicida. Molti crimini atroci e mostruosi, che avevano dominato le cronache giudiziarie francesi a partire dagli anni venti del secolo XIX, popolano lo scenario di tale querelle. Emerge già qui la figura del doppio, assieme ai suoi antecedenti teologici, religiosi, metafisici. La freudiana Ichspaltung – la scissione dell’io, così presente nella letteratura e nella psichiatria dell’800 – trova in questi testi le sue radici teoriche, troppo spesso ignorate o dimenticate.

I famosi ritratti di alienati di Gericault rappresentano ancora oggi un mistero.
Innanzi tutto, sembra che Gericault ne abbia dipinti dieci, ma se ne conoscono soltanto cinque. Gli altri sono dispersi. Inoltre, manca una datazione precisa, perchè è molto difficile stabilire con certezza se Gericault ha concepito i suoi ritratti di alienati prima o dopo la sua partenza per Londra. Quando l’alienista Georget lo presenta al celebre medico e scienziato Esquirol, Gericault, dopo l’insuccesso della Medusa, si trova tra i pionieri della psichiatria moderna. Si ignora cosa abbia spinto l’artista a dipingere questi esempi di umanità sofferente. Forse Georget, che stava conducendo importanti ricerche, gli ha proposto di illustrare i suoi libri? I quadri servivano allo psichiatra per le sue lezioni di patologia? Doveva decorare lo studio del dottore? O è un metodo terapeutico sperimentato su di lui?

Psichiatria

Gericault e Georget

Immagine

Incontro
“Immagine e movimento”
con la Video Installazione “Dal dipinto all’immagine” di Domenico Fargnoli dall’opera di Franca Marini, coreografia di Keith Ferrone per la Florence Dance Company
musica originale di Stefano Maurizi, Maurizio Fasolo e Enzo Regi.

Dibattito
con Simona Maggiorelli (critico di teatro de La Nazione e Left),
Luca Bonaccorsi, direttore editoriale di Left
Daniela Morozzi, Domenico Fargnoli, Bruno Cortini, Marga Nativo.

          

Arte, Psichiatria

Domenica 28 ottobre 2007 Festival della creatività

Immagine